Quel "nero" non si riferisce solo alle profondità della foresta equatoriale e alle sue dense ombre, al colore della pelle degli abitanti o alla generale scarsità di conoscenze sul continente. Prima di ogni altra cosa, la frase tacitamente etichetta l'Africa come il luogo deputato di una particolare forma di tenebra: la tenebra dell'umanità. Secondo questa visione,l'Africa è il posto dove gli uomini commettono terribili nefandezze, non perchè l'attitudine a tali comportamenti sia insita nella natura umana, ma perchè l'Africa è ritenuta intrinsicamete più barbara e meno civilizzata del resto del mondo.
Che qui gli uomini si siano comportati in modo barbaro è innegabile benchè, come è stato più volte dimostrato da avvenimenti accaduti altrove, questa non sia una tendenza solo africana.Anzi, la civiltà-come espressione del comportamento civilizzato-è un tratto volatile nella storia umana.Non è, come si credeva in età vittoriana, un'implicita conseguenza del progresso guidato dagli anglosassoni di pelle bianca, con il resto del mondo al seguito e gli africani arrancati in coda. Al contrario, la civiltà somiglia piuttosto a uno strato protettivo di illuminata salvaguardia dei propri interessi, che tutte le società sviluppano quando apprendono a regolare le loro interazioni con l'ambiente, e con gli altri popoli, in vista di un vantaggio a lungo termine per tutte le parti in causa.
Dopo qualche generazione questo strato appare solido e non più intaccabile. Invece non è che una pellicola sottile e fragile, sotto cui preme l'umana capacità di indicibile barbarie. Gli orrori dell'Africa sono raccapriccianti esempi di ciò che gli uomini sono capaci di farsi l'un l'altro quando lo sfruttamento a breve termine prende il sopravvento sull'equilibrio a lungo termine,quando la nozione di responsabilità scompare e la promessa del futuro è offuscata da una precaria sopravvivenza nel presente.
Jhon Reader
da "Africa.Biografia di un continente"
Che qui gli uomini si siano comportati in modo barbaro è innegabile benchè, come è stato più volte dimostrato da avvenimenti accaduti altrove, questa non sia una tendenza solo africana.Anzi, la civiltà-come espressione del comportamento civilizzato-è un tratto volatile nella storia umana.Non è, come si credeva in età vittoriana, un'implicita conseguenza del progresso guidato dagli anglosassoni di pelle bianca, con il resto del mondo al seguito e gli africani arrancati in coda. Al contrario, la civiltà somiglia piuttosto a uno strato protettivo di illuminata salvaguardia dei propri interessi, che tutte le società sviluppano quando apprendono a regolare le loro interazioni con l'ambiente, e con gli altri popoli, in vista di un vantaggio a lungo termine per tutte le parti in causa.
Dopo qualche generazione questo strato appare solido e non più intaccabile. Invece non è che una pellicola sottile e fragile, sotto cui preme l'umana capacità di indicibile barbarie. Gli orrori dell'Africa sono raccapriccianti esempi di ciò che gli uomini sono capaci di farsi l'un l'altro quando lo sfruttamento a breve termine prende il sopravvento sull'equilibrio a lungo termine,quando la nozione di responsabilità scompare e la promessa del futuro è offuscata da una precaria sopravvivenza nel presente.
Jhon Reader
da "Africa.Biografia di un continente"
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