giovedì 29 novembre 2007

uganda

sono partito da bologna il 4 settembre alle ore 5:06 del mattino per arrivare ad amsterdam.avevo un sacco di paura,partivo da solo.ésempre stato un viaggio che nei miei pensieri lo avevo tanto ideato che ho avuto quasi timore a vivere.Mi faceva strano pensare che il giorno dopo alla stessa ora sarei stato a dormire chissà dove e chissà con chi.Ciò che mi distruggeva non era l'idea delle difficoltà che avrei dovuto incontrare durante il mio "lungo viaggio" in uganda ma era il pensiero delle persone che avrei lasciato nelle mia città,persone che sapevo che sarebbero state male in mia assenza.Ma credetemi questo dispiacere è durato ben poco.Anche se pativo l'ansia per il volo in aereo,mi sentivo forte e troppo figo.Stavo per cominciare un'esperienza troppo forte e positiva.La cosa che ricordo con gioia era l'osservare le persone che avevo a mio fianco in aeroporto e poi durante il volo.Quando ti senti solo e un po la malinconia ti assale cerchi di analizzare le persone che hai al tu fianco quasi per darti un po di forza.Scrivevo tutto quello che vedevo nel mio diario di bordo che mi ero costruito con le canne di bambù della mia campagna.Non sapevo se ero veramente pronto per fare un viaggio del genere,ma c'era qualcosa di più forte che mi spingeva a farlo(e comunque sia bisogna viverlo per dirlo).Quando salì sull'aereo per entebbe (aeroporto vicino a kampala-la capitale),incontrai lo stesso tipo che avevo conosciuto durante il viaggio per amsterdam e lo salutai con un gran saluto come se lo avessi conosciuto da anni.Forse la consapevolezza di essere soli ti porta ad attaccarti a qualsiasi persona tu conosca(anche se i dialoghi non erano stati dei migliori);come quando incontri in vacanza quei pazzi scatenati e soli che ti attaccano una pezza infinita e che vorresti mandare a fanculo ogni volta che si azzardano a chiederti qualcosa:).L'avevo saltato questo passaggio di solitudine e nostalgia quando mi sono iscritto per la prima volta allo YAP.Pensavo che avrei incontrato tante suore e missionari sull'aereo,ma non ne ho visti neanche uno;O erano tutti amanti dei gorilla(l'uganda è il pianeta di questi animali),o erano tutti volontari sfigatati come me. Non abbiate la sicurezza che qualcuno vi venga a prendere in aeroporto al vostro arrivo!!!!!!!!!!Io ho aspettato un'ora e alla fine.....ho preso il mio taxi all'1 di notte con il diluvio universale facendomi aiutare da un pazzo guidatore.Ogni volta che ci penso mi dico che veramente qualcuno dal cielo mi ha aiutato:).Io non credo in Dio ma sinceramente non saprei come spiegarmelo.Gli Ugandesi(ma credo un po tutti gli africani) sono dei cani a guidare.A parte che guidano a sinistra della strada perchè furono conolizzati dai "simpaticissimi" inglesi...ma comunque sia c'è d'avere veramente paura.All'inizio sembra quasi un gioco,sembra di stare in un video game..ma dopo un mese che prendi un servizio pubblico in quei posti non ne puoi veramente più.Il problema non è nè la sporcizia(che a me piaceva tanto),nè la scomodità, ma la paura di non arrivare mai sano e salvo a destinazione.Sembra una cazzata ma è la pura verità.Ciò non toglie che se mi chiedeste di risalirci, lo rifarei immediatamente.é un'adrenalina incredibile.Perciò dopo 40 minuti di viaggio in questo benedetto taxi,mi hanno sbattutto in un hostello(somalian guest) e nel giro di pochi minuti ero già a letto.Ero esausto.Vabbè ora non vi racconto tutto ai minimi dettagli.Comunque sia ho trascorso i primi 5 giorni nella capitale con una ragazza inglese che sarebbe venuta con me al campo lavoro.Si chiamava Nikki ed è stata la mia salvezza per l'inglese.Ricordatevi di non aver paura se non sapete la lingua.Io sapevo solo dire:ciao, come mi chiamavo e altre stronzatine varie(infatti sono stato quasi 3 giorni in silenzio).Ma poi in una situazione del genere dove hai bisogno di comunicare per forza con qualcuno,la paura se ne va e subentra la voglia di imparare e conoscere.Dopo 4 giorni dal mio arrivo siamo partiti per il villaggio(Nakaswa). Altra cosa importante:IL PROGETTO PUò CAMBIARE IN OGNI MOMENTO!!!!!!!!!!!!Ovviamente è capitato pure questo!Ci siamo recati in questo villaggio per costruire una scuola.Era diverso dal mio progetto iniziale ma credetemi che quando siete li poco conta se succedono degli imprevisti...Sei pieno di energia,ti senti vivo e sei disposto a fare qualsiasi cosa.Vivere con il villaggio,con le sue abitudini e quotidianeità non è smpre stato facile.Le prime 2 settimane sono state bellissime:conosci tanta gente,tante storie....i nomi delle cose;impari a cucinare e a capire come va un po il loro mondo.Ma poi le cose possono un po cambiare.Cominci a soffrire per qullo che vedi perchè cominci ad avere una critica(non negativa ma realista) nei confronti di ciò che ti circonda.I sorrisi dei bambini che vedevi quando ti venivano incontro si tramutavano a volte in sofferenza e un po in odio.Le domande che ti sei sempre posto prima di partire quasi scompaiono per far posto ad altri quesiti....quesiti che per la maggior parte di essi non esiste risposta.L'Africa può sembrare cattiva a volte...ti distrugge perchè ti toglie la possibilità di cambiare le cose e la tua stessa presunzione di volerla cambiare ti sembra crudele...anche se tu vorresti il meglio per quei bambini e per quella gente non puoi fare nulla. Perciò accade di sentirsi uno spettatore con tanta voglia di conoscere...ma a volte paghi un prezzo troppo caro.Adesso non è che sia stata così pesante....è solo che quando sono partito non pensavo minimamente a tutto quello che invece ho imparato e che sto tutt'ora imparando.Mi sono lasciato trasportare al 100% dall'emozioni..Ci sarebbero infinite cose e sensazioni che potrei raccontarvi ma non avrei la capacità di trasmettervele.Posso soltanto dirvi che è stata la più bella esperienza che io abbia mai fatto e non sarà l'ultima.Inoltre ricordatevi che è sempre tutto soggettivo ciò che vediamo.Io l'ho vissuto così questo viaggio ma sono sicuro che le persone che stavano con me avranno sentito emozioni differenti da me(forse anche migliori...chissà). Non ho imparato nulla dell'Africa,nè della cultura africana,nè della gende ugandese,nè della vita del villaggio.Ho forse guardato tante persone differenti l'una dall'altra che vivono una vita completamente diversa dalla mia.Il volontario è egoista..è spinto dalla propia voglia di migliorarsi e di sentirsi vivo.A volte mi è capitato di sentirmi in colpa per tutto questo...ma mai mi sono tirato indietro nel provare emozioni e nel voler conoscere la verità.L'Africa non è così pericolosa per chi sa amare e per chi si sa mettere un po in discussione.Ringrazio lo YAP e Valentina di Roma che mi è stata vicina in tutto quell' indimenticabile mese; ringrazio inoltre tutte le persone che durante il mio viaggio ho conosciuto e che ancora tutt'ora non riesco a non pensare.Non è mai stato facile ma ne è valsa la pena!!!!!!!!