giovedì 24 gennaio 2008

IL FASTIDIO (testo teatrale)

interpreti:
A-ragazza negra
B-voce fuori campo di adulto bianco

Scena unica

Luce su A
A è seduta su una sedia, la si vede di profilo, gli spettatori fanno parte del mondo che lei vede attraverso il finestrino del bus in corsa.
A osserva il paesaggio, oscilla di tanto in tanto per i movimenti del bus.

A(lento/immobile. Tono autistico): E' uno schifo.Là è uno schifo!E' questo che ho detto dell'Africa due anni fa.Era settembre, la fine del settembre più lungo della mia vita, preceduta da una preparazione interna eterna, esterna eterna,sempre in qualunque modo eterna. La notte prima della partenza non riuscivo a prendere sonno.Sentivo di essere sveglia e di stare dormendo allo stesso tempo, sentivo il mio corpo intraprendere infiniti movimenti, pur restando immobile,paralizzata come un sasso sotto una valanga. Avevo voglia di grattarmi la pelle e non farlo, voglia di stringere i denti e di tenere la bocca spalancata..
(rimane con la bocca spalancata)
...ma sentivo di non essere io a decidere cosa fare.Perciò risi.E intanto mio fratello era un negro sordido gettato affianco a me, materassi a terra, tenebra profonda, odore morbido delle pelli, e il suo sonno, che cessò a causa del mio ridere. Mi chiese se andava tutto bene, se avessi voglia di fare un giro. Scalzi scavalcammo il davanzale della finestra;il mondo attorno era così velato e assopito che pareva potessimo attraversarlo interamente senza alcuna fatica, senza paura.Partii la mattina dopo,solo con mia madre, lasciando sulla terra gialla un fratello e un padre fare quello che a loro piaceva e non piaceva fare.Per tutto il viaggio, nell'aereo mia madre non disse nulla.Avevo fastidio di questo.Solo all'ora del pasto,mi sorrise.La maggior parte dei passeggeri aveva la pelle nera e davanti ai vassoi di carne,pane e verza, dopo tanto silenzio sfiatarono un sorriso e i denti, bianchi, splendevano come neve. Si poteva iniziare a parlare. I progetti,le aspirazioni, le aspettative prendevano forma e c'era un qualcosa che puzzava alle nostre spalle.Sì sembrava vivamente che l'Africa puzzasse.
Si vuole sedere signora?Venga, venga...
(Si alza in piedi di fianco alla sedia)
Mio zio abitava di già in Italia quando entrammo in casa sua.I suoi figli avevano la mia età e cercavano con ogni forza di seguire una moda che non gli apparteneva. Qualcosa squillava nelle tasche e da lì sfilavano i telefoni, giocavano e studiavano col computer e lo zio gli comprava le brioches e la pasta all'uovo, i succhi d'arancia e qualsiasi cosa riempisse la dispensa di quell'appartamento stretto come una fogna, un fornello sporco e una lavatrice rigata dalla ruggine bastavano ad occupare gran parte dello spazio.Avevamo appoggiato i bagagli sopra un divano moscio, a terra avrebbero intralciato il passaggio. In quella stanza dovevamo dormirci in cinque. Era un buco, un buco fetido, ma a me sembrava il paradiso. Correvo a guardare fuori dalla finestra, il mondo animato da gente bianca, sulle automobili più svariate, sui cartelloni pubblicitari e i bus, la gente in bicicletta, e...mia madre dietro alle spalle...
...Mi accarezzò la testa e i denti splendevano.
Le dissi che era bellissimo, tutto, in confronto l'Africa è uno schifo.
Ancora adesso sento rumore e calore sulla mia guancia,rabbia e delusione nei suoi occhi.

La sedia si è liberata

A(torna a sedersi):Settembre, settembre...settembre. Inizia tutto o ricomincia solo il fastidio?
Voglia di capirlo zero, zero è la voglia anche se è tanta. Dicono che il fastidio te lo crei. Dicono che sia una miserabile proiezione dell'intelletto...dell'intelletto...dell'intelleto...intelletto.
Dicono che dopo agosto c'è settembre e le foglie ossidate cascano a terra. Ma per la mia strada non ce ne sono.Questa è la mia strada, cemento su cui corre il mio bus, bus, bus arancione?! Bus, bus...che mi porta al lavoro.
Devo spicciarmi, penso.Sul serio, fare in fretta, penso. per la paga, penso; che m'infila le scarpe, m'infila il metano e l'acqua nei tubi e riempie il frigo di alici e le mie mani...di nulla

A dal finestrino sposta la sua attenzione sulle sue mani. Le ha sotto il volto, lentamnete si delinea il tratto della mano che divide il nero del dorso dal bianco del palmo. Poi piano le chiude cercando un posto dove nasconderle

B(schietto, autoritario): Mostra il bianco!

A continua la sua lotta, cercando dove nascondere le mani

B: Perchè non mostri il bianco?

A continua la sua lotta

B Fidati, tanto sei in un mondo bianco. Io se fossi in te continuerei a fare ciò che hai fatto finora. Non ha senso ciò che vorresti essere, lascia che sia, fidati, perdio, quietati! Guarda!Guarda! Guardati intorno, i passeggeri: cominci a dargli fastidio.

Nel frattempo A faticosamente è riuscita a mostrare i palmi. Li chiude di nuovo e si porta le mani sotto le cosce.

B:Ora dimmi di tuo fratello!

A(intimidita): Non lo vedo da tanto.

B: Tanto quanto?

A: Che importanza ha ora?

B: Via, dimmi cosa fa laggiù.

A(dopo una breve valutazione):Dicono che dopo agosto c'è settembre e le foglie ossidate cascano a terra...Anche là!Questo mi lega molto a mio fratello, m al posto del cemento ora la sua strada è cosparsa di queste foglie, ora, tutto intorno a lui è cosparso di queste foglie...

B:Ma ance qua ci sono queste foglie;non c'è però il deserto e inoltre dicono che lì i proiettili fischiano, fischiano interrottamente. Che sia vero?

A:Si però...

B:Perchè sei qua allora?! Raccontami del tuo villaggio.

A(galvanizzata si alza dalla sedia carica di eccitazione):Tu sei interessato al mio viaggio? Tu vuoi sapere come sono venuta qua? E' piacevole, è piacevole...

B:La gente, la gente, i passeggeri, rimettiti seduta per l'amor del cielo...

A:E' piacevole, piacevole e io ti racconterò ogni cosa...

B:Siediti, per carità, ricomponiti!

A(senza prestare alcuna attenzione continua a ruota libera):La terra gialla si estende di qualità e profumi, tu l'hai mai sentito il profumo della terra che calpesti? E corri corri scalzo come un rettile e musica, bimbi, aria, hai intorno aria e i vecchi, le vecchie sui gradini, il bianco dei vestiti che attenua il calore del sole, e di questo ed altro loro chiacchierano...

B:Fammi la cortesia!

A:...i vecchi di questo e della guerra chiacchieranno, ma noi ancora piccoli comprendiamo che non ci deve interessare...

B:Ascolta, fammi la cortesia di sederti!

A(guarda in alto.Felicità totale):Noi comprendiamo che non ci deve interessare perchè i manghi sopra gli alberi crescono succosi e le papaie si gonfiano come dei palloni e poi ancora di corsa fino alla riva piana dove trasparente il mare si stacca e si attacca con le onde e i granchi veloci come razzi forano la sabbia, prova a prenderne uno...

B:Smetti!

A:...tu prova a prenderne uno, prima che arrivi la sera. Pastelli e profumi dipingono la sera finchè il sole è ancora caldo, pastelli e profumi dipingono le nostre sale quando ci sediamo attorno al tavolo. La manioca fasciata di verdi foglie è lì, su un piatto enorme di fianco al fufu caldo piccante, e i vecchi che parlavano della guerra ora dicono che Abrham è stato reclutato alle armi e l'ntera famiglia Kitenghe si è imbarcata lungo le coste che portano in occidente.

B:Siediti ora.

A(realizza con lenta amarezza):Ma tu non mi stai ascoltando? E' vero che non mi stai ascoltando?

B(crescente furia):Perdio, ricomponiti, i passeggeri li stai infastidendo hai capito, ora basta!

Lunga pausa

A:Perchè dici questo?Perchè li sto infastidendo?

B:Pechè sei nera...Guarda che confusione...senti cosa dicono.

A(di nuovo galvanizzata):Ma no, ti sbagli...io, io...non c'entro niente.
Dicono che il fastidio te lo crei, dicono che sia una miserabile proiezione dell'intelletto.
Loro fanno confusione soltanto perchè sono interessati al mio viaggio. E te?

Aora è seria, sguardo deciso e severo. Rotea lentamente le mani.

A:Ora bianche, ora nere,(nasconde le mani dietro la schiena) ora niente. Bianche, nere...niente!
E' una miserabile proiezione dell'intelletto.